23.3.07

Ore otto


Alle ore otto precise suonò la sveglia del bambino che non andava mai a scuola, e Antonio uscì dalla casetta con la vanga ispalla.
"Buongiorno Bice, buongiorno Adele. Signor Paolo i miei rispetti".
Passando, salutava i morti, che con fremiti di fiori o piccoli, impercettibili movimenti della terra gli rispondevano.
Carezzò l'erbetta del bambino che non andava a scuola, e fermatosi dinanzi a una tomba su cui crescevano bellissimi ravanelli:
"Signor Michele" disse "fra pochi giorni mia moglie sarà madre".
"Auguri" fecero i ravanelli.
"Mia moglie sarà madre ma questa felicità è venata di tristezza: io non sarò padre!".
I ravanelli tacquero: rispondere era difficile.
"Il vero padre è lontano, oltre le colline, oltre il mare, eppure fra pochi giorni entrerà nella nostrra casetta con gli occhi, coi gesti di un bambino, e io gli bacerò le manine".
E i ravanelli, zitti.
Il signor Michele era morto a ottant'anni, e da due giaceva sotto l'erba. Come morto, perciò, era giovane ed inesperto. Più sapiente di lui era un bimbo di due anni, morto da ottanta, che gli giaceva presso.
Giaceva, ormai polvere, con accanto una palla e un orsachiotto: un mucchietto di polvere che una mano bastava a contenere, ma quante cose sapeva, quantii segreti non gli erano più segreti, quali risposte avrebbe date se Antonio lo avesse interrogato!
Ma Antonio, come tutti, del resto, badava troppo alle apparenze, e riteneva più saggio il vecchio Michele morto da poco che non l'antioco bimbo con l'orsacchiotto.
Chi giuoca non viene mai preso sul serio.
Il bimbo sapeva la verità sulla vita e sulla morte, ma aveva l'orsacchiotto e la palla.
"Che può sapere questa polverina?" pensava antonio.
E si limitava ad affettuosi colpetti sull'erbetta, come si fa sulle guance dei bambini.

(Giovanni Mosca - "Non è ver che sia la morte..."- 1941- pag36-37)


Oggi vi ho donato una fetta di poesia.
Nulla di mio.
Buona giornata a tutti.

MadamaES

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