21.3.07

Le cose veramente disoneste no!

Storia di Bassano

Bassano era un ladro. Ma non il solito ladro che ruba denaro, ferramenta, fili elettrici, orecchini. Rubava i fiori alle piante, le penne ai pavoni, e se ne ornava.
Quando in città si vedeva un alberello spoglio o un pavone senza coda :”è passato Bassano” si diceva. E le guardie a cercarlo, sino a che lo trovavano nascosto in qualche forra o in mezzo all’erba alta, tutto adornato di fiori di pesco o meravigliosamente caudato da pavone.
Lo portavano davanti al giudice, ma a quanto si può condannare uno che ruba fiori di pesco.
A poco.







Bassano entrava in prigione, ma i fiori rubati non s’erano ancora appassiti che già ne usciva.
Rubava anche le foglie, quelle piccole e tenere, appena nate.
Quando da qualche segno del cielo capiva ch’era prossima l primavera, s’appostava presso qualche albereto, pronto a rubare le foglie nell’istante stesso in cui fossero spuntate. Le metteva in un sacchetto e scappava via.
“se sapessero” pensava “che ho rubato la primavera!” ed era furto grave, ma le guardie danno più importanza a una penna di pavone o a una pompa di bicicletta che alla primavera, e lo lasciavano girare liberamente per la città col sacchetto della primavera in tasca.

(Giovanni Mosca -
Non è ver che sia la morte... - 1941 - pag 26-27)

Io sono Bassano.
Sbagliata due volte agli occhi del mondo.
Disonesta e stupida.

Ma che ne sanno loro di quanto leggera sia io?
Pensino alle loro pompe di bicicletta, agli affari, al tempo da non perdere...
Sciocchi.
Io ho rubato la primavera.


MadamaES




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